Matrimonio: sesso biologico o convinzione intima
Come accennato nel precedente intervento, alla base del diritto al cosiddetto matrimonio gay c’è l’affermazione che il sesso biologico non ha alcuna importanza e che conta invece la convinzione intima e personale del proprio gender (genere: mascolinità o femminilità). Per questo motivo si afferma il diritto a formare una famiglia composta anche da due contraenti dello stesso sesso che perciò alleviano i propri figli (ovviamente figli biologici di uno solo dei due) come due padri o due madri. Ovviamente questo significa la prevalenza del diritto dei due sul diritto di ogni bambino a essere curato da un padre e una madre.
Con ogni evidenza, tuttavia, la teoria del gender è una chiara giustificazione inventata dai loro sostenitori, perchè si accorgono della debolezza della negazione dell’importanza del sesso biologico.
Se nella vita sociale e politica qualunque convinzione intima e personale (cioè ogni desiderio) potesse fondare un diritto, non si potrebbe negare nulla a nessuno, neanche a chi senza alcuna preparazione professionale effettiva e riconosciuta volesse fare il chirurgo o l’architetto o altro ancora anche con chi non ne vuol sapere. Oltre a ciò le convinzioni personali sono sempre variabili e perciò non possono fondare nulla di stabile e di valido sul piano sul piano sociale. Prove di questa instabilità sono anche il notevole numero di divorzi e delle convivenze di fatto.
Non vi è dubbio che i desideri non possono essere imposti o calpestati, ma devono essere sempre dipendenti da fatti oggettivi. E nel campo del matrimonio la diversità di sesso (e non di desiderio) costituisce l’unico fatto oggettivo. Il resto è solo il desiderio di due persone di avere per la loro relazione affettiva un nome che non corrisponde ai fatti, e che invece segnala anche la presenza di un complesso d’inferiorità. In pratica è come se, di fronte pervasiva presenza nei giornali stampati e televisiva delle notizie sul calcio, anche i giocatori degli altri sport che utilizzano un pallone (pallacanestro, pallavolo, rugby ecc.) pretendessero di chiamare “calcio” la loro attività!