Per educare un ragazzo ci vuole un villaggio
Educare Insieme al gusto dell’autentica bellezza della vita per testimoniare la nostra fiducia nell’uomo
L’Azione cattolica di Cosenza-Bisignano ha scelto un antico adagio africano per promuovere un convegno rivolto a tutti coloro che hanno a cuore il tema dell’educazione: famiglia, scuola, istituzioni, il mondo del volontariato e la comunità ecclesiale che ha sempre sostenuto l’educazione come pilastro dell’azione pastorale. “L’educazione è il processo di tutta una vita, che permette lo sviluppo del potenziale di un individuo sia sul piano personale che sul piano sociale.”…“E’ un mezzo prezioso e indispensabile che può consentire di raggiungere gli ideali di pace, libertà e giustizia sociale” (Nell’educazione un tesoro, J.Delors – Rapporto all’UNESCO della Commissione Internazionale sull’Educazione per il XXI secolo).
Se consideriamo buone queste definizioni ci accorgiamo che l’impegno educativo è via privilegiata della difesa e della promozione della dignità dell’umano e rappresenta ancora una delle migliori risorse per il nostro Paese e per la nostra comunità locale.
Gli orientamenti pastorali della Chiesa italiana 2010-2020 hanno messo al centro l’educazione: “Educare alla vita buona del Vangelo”. Proprio a metà di questo cammino vogliamo interrogarci, come cittadini e come cristiani, sulle scelte che animano la responsabilità educativa, consapevoli che la crescita umana integrale della persona e la formazione cristiana non si compiono separatamente. In questo nostro tempo e nel nostro abitare la città vogliamo offrire uno spazio di confronto che non ha la pretesa di dare risposte ma vuole cercare di guardare, insieme, verso un comune orizzonte focalizzato già da alcuni prossimi eventi della Chiesa italiana: il Convegno ecclesiale di Firenze 2015 “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”, il Sinodo dei Vescovi sulla famiglia “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo” ed il 10° Festival nazionale delle comunicazioni, del prossimo maggio a Cosenza, promosso dalle Paoline e dai Paolini dal tema “Comunicare la famiglia ambiente privilegiato dell’incontro, nella gratuità dell’amore”.
Tutti eventi che trasversalmente toccano il tema dell’educazione. Sarà necessario poi, ciascuno con la propria specificità, provare ad articolare e declinare il compito educativo che ci assumiamo come collettività ogni giorno: la storia è necessario fermentarla dal di dentro attraverso la vita di ciascuno! L’azione della Chiesa non deve rimanere chiusa, ma aprirsi per incrociare la vita degli uomini e delle donne del nostro tempo. Un tempo che richiede di prestare attenzione ai problemi dell’uomo, affrontandoli senza tirarsi indietro.
Il compito educativo non è mai semplice, ancora di più oggi, dove ad essere messo in discussione sembra proprio la possibilità stessa di educare. Educare in famiglia è diventato molto difficile: mancano spesso quelle relazioni che consentono di promuovere atteggiamenti positivi che aiutano a crescere le nuove generazioni. I cambiamenti sociali hanno condizionato gli stili di vita fino a rendere i processi educativi tradizionali addirittura inefficaci. Il tutto condito dalle complesse sfide lanciate dai linguaggi giovanili e dalle culture digitali.
Anche la scuola vive con difficoltà la dimensione educativa. Non si va a scuola solo per acquisire delle competenze, conoscenze e sviluppare capacità ma essa può e deve educare mediante la trasmissione di saperi. La scuola resta ancora insostituibile per lo sviluppo umano della persona e per la crescita civile dell’intera società. Allo stesso modo la città, la civitas, non può rimanere distratta e disinteressata al tema dell’educazione quando ci sono in gioco la legalità, le regole, la cittadinanza, l’interculturalità. La vita nella nostra comunità è anche sperimentare, cercare nuovi spazi nei quali favorire l’incontro tra generazioni e vivere le buone relazioni che consentono di accrescere il bagaglio culturale e sociale della persona. Non ci si può fermare alla logica del supermarket: degradati dal rango di cittadini ed esseri umani a quello di clienti e consumatori, con il denaro unico metro di tutto.
L’educazione non è una preoccupazione confinata solo nel mondo ecclesiale, come desiderio legato all’idea di far scoprire la pienezza della propria vocazione umana alla luce della buona notizia del Vangelo, ma un ruolo che ciascuna parte sociale deve sentire proprio.
E’ necessario, dunque, attivare percorsi di comunicazione non superficiale, ma relazioni che vadano a cogliere ed accogliere le domande di vita e gli orizzonti di senso che i nostri ragazzi pongono alla famiglia, alla scuola ed in generale a tutto il mondo degli adulti. E’ tempo di offrire proposte autorevoli e interessanti che aprano orizzonti significativi e credibili agli occhi dei nostri ragazzi. Questa responsabilità appartiene a tutti: non si può educare se non insieme ad altri!
Genitori, insegnanti, operatori pastorali e sociali, istituzioni, pur nella diversità di ruoli: quali strumenti, quali strategie possono attivare per entrare in comunicazione con le nuove generazioni?
Il convegno promosso dall’Azione cattolica vuole essere, dunque, un momento di riflessione sull’impegno educativo e vedrà, attorno allo stesso tavolo, diverse storie di “attori” del mondo dell’educazione alla ricerca di strade da percorrere insieme. Ci si incontrerà, soprattutto, per condividere la gioia che ci viene da questo compito così speciale e l’Azione Cattolica vuole farsi ponte tra queste storie di educazione con lo sguardo rivolto ai ragazzi. Proprio per questo la tavola rotonda sarà arricchita dalle conclusioni di Anna Teresa Borrelli, responsabile nazionale dell’Azione Cattolica dei Ragazzi.
L’appuntamento è per domenica 12 aprile dalle 9.15 alle 12.30 presso l’auditorium del Liceo “Valentini” di Castrolibero. Chiediamo di diffondere l’invito in modo da raggiungere ogni persona interessata: insegnanti, educatori, famiglie, gruppi ecclesiali, e chiunque abbia a cuore l’educazione. Don Bosco diceva ai suoi allievi che si preparavano a diventare educatori: “L’educazione è una cosa di cuore: tutto il lavoro parte da qui, e se il cuore non c’è, il lavoro è difficile e l’esito incerto. Che i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati”.
“Coltiviamo in noi il vero, il bene e il bello; e impariamo che queste tre dimensioni non sono mai separate, ma sempre intrecciate. Se una cosa è vera, è buona ed è bella; se è bella, è buona ed è vera; e se è buona, è vera ed è bella. E insieme questi elementi ci fanno crescere e ci aiutano ad amare la vita, anche quando stiamo male, anche in mezzo ai problemi. La vera educazione ci fa amare la vita, ci apre alla pienezza della vita!”
(Papa Francesco, incontro con il mondo della Scuola italiana – Roma 10.05.2014)
Giuseppe Schiumerini