La vicenda di Galileo
La vicenda di Galileo è il cavallo di battaglia di chi vuole dimostrare il contrasto che esisterebbe tra scienza e fede. Tuttavia, come ho scritto nell’ultimo intervento, la realtà è diversa. Infatti, non può esservi contrasto fra scienza e fede perché Dio è l’autore di tutto ciò che esiste. Ha creato la natura, le ha dato le leggi che la governano e ha dato all’uomo l’intelligenza per scoprirle. Ha rivelato inoltre le verità fondamentali sull’uomo: cioè la sua realtà di creatura chiamata a vivere unito a Lui, in questa vita e nell’altra, mediante la fede in Gesù Cristo. E Dio non può contraddirsi. La contraddizione apparente può dipendere soltanto dalla volontà dell’uomo che – per insufficienza di informazioni, superbia, superficialità ecc. – può errare nello studio della natura (scienza) e/o nella comprensione della rivelazione (fede).
In un saggio pubblicato sulla rivista dell’Istituto Teologico di Catanzaro (La vicenda di Galileo nel suo tempo, “Vivarium”, 1993, n. 3, pp. 533-553) ho messo in evidenza che nella vicenda di Galileo questi errori furono commessi da tutti: dai teologi (che scambiarono la Bibbia per un testo di astronomia) e dagli scienziati (compreso Galileo, che attribuì erroneamente le maree al movimento della Terra e continuò a immischiare la Bibbia nella discussione scientifica). Chi è interessato può chiedermene il testo completo e glielo spedirò per e-mail.