Scelta religiosa
Oggi, domenica 4 ottobre, la Zanzara è in po’ acciaccata, perché è stata messa a terra nello scontro con una brevissima scalinata. Privilegi dell’età: la testa è giovane, le gambe sono vecchie e instabili.
Nel convegno diocesano del 25 settembre scorso il relatore mons. Orofino ha accennato in modo negativo alla scelta religiosa computa dall’Azione cattolica nello Statuto del 1969. Sono perfettamente d’accordo con lui. Tuttavia, come ho sostenuto per decenni durante il mio servizio come responsabile regionale e diocesano dell’Azione Cattolica, si trattò di un colossale fraintendimento.
L’articolo 1 dello Statuto afferma chiaramente: «L’impegno dell’ACI, essenzialmente religioso apostolico, comprende la evangelizzazione, la santificazione degli uomini, la formazione cristiana delle loro coscienze in modo che riescano ad impregnare dello spirito evangelico le varie comunità e i vari ambienti».
Su questa dizione non c’è nulla da criticare, sia perché firmata dal Papa [Paolo VI], sia perché ripresa pari pari da un documento conciliare [Apostolicam Actuositatem, 20 a].
Il guaio è nato successivamente, perchè l’espressione scelta religiosa, utilizzata dal presidente Vittorio Bachelet per definire lo Statuto, fu compresa e attuata nella vita associativa come impegno esclusivo individuale a occuparsi di problemi di culto e di studio della religione, trascurando tutta la vita sociale. Inoltre l’espressione santificazione degli uomini, fu compresa e attuata come formazione dei soci. In tal modo, purtroppo. si aggravò il tradimento dello Statuto. Le conseguenze continuano ancora oggi, perché l’AC non riesce a uscir fuori, come Papa Francesco e i papi precedenti si affannano a invitare. E qui mi fermo, ma ci sarebbe ancora molto altro da aggiungere. A tal proposito invito a leggere attentamente la brevissima sintesi della storia dell’AC, scritta per l’AC di Lourdes, che doveva essere distribuita durante i lavori dell’assemblea odierna dell’AC di Cosenza e che allego alla presente.
