DOVE ABITA CRISTO?
CRISTO ABITA IN NOI
“Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.” (Galati 2:20)
Papa Benedetto ha affermato: “È la fede, che ci dà una casa in questo mondo, che ci riunisce in un’unica famiglia e che ci rende tutti fratelli e sorelle. Maria apre la porta della casa e dobbiamo domandarci se anche noi vogliamo essere aperti al Signore, se vogliamo offrire la nostra vita perché sia una dimora per lui”
Non sono le quattro mura di un edificio,la
casa di Dio.
LA SUA CASA SIAMO NOI, se riteniamo
ferma sino alla fine la nostra franchezza e il vanto
della nostra speranza. Perciò, come dice lo Spirito Santo, Oggi, se udite la sua voce, non indurite
i vostri cuori.
La casa del Signore siamo noi, Dio non abita in Templi fatti da mano d’uomo.(Atti 7:48)
TU SEI IL TEMPIO DI DIO,TU SEI LA CASA DI DIO.
CRISTO ABITA NEL SILENZIO
«Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna» (1Re 19,11b-13).
Dio giunge, ma lo fa nel «sussurro di una brezza leggera». Ancora più eloquente è il testo se tradotto alla lettera: «Una voce di esile silenzio».
L’incontro dell’uomo con Dio congiunge due realtà: la parola e il silenzio. «La parola è una delle forme fondamentali della vita umana; l’altra forma è il silenzio, ed è un mistero altrettanto grande. (…) Le due cose ne fanno una sola» (Guardini)
Il contrasto tra silenzio e parola assume una polarità estrema in questo nostro tempo in cui la parola si presenta così spesso come un confondersi di molte e contrastanti voci, soffocando quel poco di silenzio che ciascuno cerca di salvare per sé.
«Un tempo per tacere»
«Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo» –, emerge anche quella che prevede «un tempo per tacere e un tempo per parlare» (Qo 3,1.7b). Silenzio e parola non si oppongono né si escludono, ma l’uno e l’altra chiedono un proprio spazio, perché è dall’incontro, che esclude la sovrapposizione, che l’uno e l’altra prendono forza.
In un mondo dove è più semplice fissare lo schermo di uno smartphone che guardarci negli occhi, la canzone di Simon & Garfunkel torna con la sua portata profetica a farci riflettere sul silenzio
THE SOUND OF SILENCE – Simon & Garfunkel
«Il grembo della parola»
Se rapportiamo tutto ciò alla nostra odierna esperienza, occorre riconoscere che a farne le spese è il silenzio. Non siamo più abituati al silenzio ma il silenzio è ciò di cui abbiamo bisogno per far nascere un atteggiamento di ascolto, che è il presupposto del felice esito della comunicazione.
Solo un silenzio adeguato permette alla parola di svolgere il suo servizio. Stare in silenzio vuol dire quindi volontà di mettersi in relazione. Senza il silenzio le parole si sovrappongono e si ammassano, e la confusione prende il sopravvento sulla relazione
Tutto ciò non riguarda soltanto i rapporti umani, ma anche il nostro rapporto con Dio. Senza il nostro silenzio, la «voce di esile silenzio» di Dio fatica a farsi strada nel cuore dell’uomo, affollato da troppi pensieri e da tante voci diverse.
Parole per (R)esistere – Contributo per la riflessione sul Vangelo di Oggi a cura della Presidenza Nazionale
Ha scritto Simone Weil: «Le creature parlano con i suoni. La parola di Dio è silenzio. La segreta parola d’amore di Dio non può essere altro che silenzio. Il Cristo è il silenzio di Dio. Non c’è albero simile alla Croce; non c’è armonia pari al silenzio di Dio. (…) Quando il silenzio di Dio penetra nella nostra anima, vi si apre un varco fino a raggiungere il silenzio segretamente presente in noi. Allora abbiamo in Dio il nostro tesoro e il nostro cuore, e lo spazio ci si apre davanti come un frutto che si separi in due, perché vediamo l’universo da un punto che è situato al di fuori dello spazio. Per questa operazione non ci sono che due sole vie possibili e nessun’altra. Non ci sono che due sole punte abbastanza acuminate da penetrare così nella nostra anima: la sventura e la bellezza».
OGGI E’ IL GIORNO DEL SILENZIO E DELLA CONTEMPLAZIONE DELLA CROCE
PREGHIERA AL CROCIFISSO
di Sant’ Agostino
Signore, davanti ai tuoi occhi
portiamo le nostre colpe e presentiamo le piaghe che abbiamo ricevute. Se pensiamo
al male che abbiamo fatto è poco quel che soffriamo, è molto quel che
meritiamo.
Più grave è ciò che abbiamo commesso, più leggero quel
che sopportiamo. Sentiamo la pena del peccato, eppure non evitiamo la
pertinacia di peccare.
La nostra debolezza cede sotto i tuoi flagelli, eppure
l’iniquità nostra non muta.
L’anima inferma è tormentata, eppure il nostro capo non
si piega.
La vita geme nel dolore, eppure nelle sue opere non si
emenda.
Se aspetti non ci correggiamo, se prendi le tue vendette
non possiamo durarla.
Sotto la verga della correzione confessiamo il male che
abbiamo commesso, dopo la gioia della tua visita dimentichiamo ciò che abbiamo
pianto.
Se stendi la mano a percuoterci, usciamo in promesse; se
ritiri la spada più non vi badiamo. Se percuoti gridiamo perdono; se perdoni ti
provochiamo ancora a percuoterci.
Signore, siam rei confessi, sappiamo che se non perdoni
saremo giustamente perduti.
Donaci o Padre onnipotente, senz’alcun nostro merito,
quanto ti stiamo chiedendo, Tu che hai tratto dal nulla chi ti implorasse.
Per Cristo Signor Nostro. Così sia.