#passiperritrovarci – La cura delle Relazioni
Cura delle relazioni – per riflettere
Il cammino formativo dell’AC deve anche oggi aprire la strada alla santità, attraverso una vita cristiana essenziale, che abbia il suo cuore nella Parola e nella carità, nell’Eucarestia e nella vita sacramentale, nella condivisione del cammino di fede della propria comunità, nell’impegno ad acquisire uno stile mite e semplice, sobrio e accogliente, fraterno e partecipe.
Premessa allo Statuto
La vita associativa dell’Azione Cattolica Italiana pone al centro la persona, che vuole servire nel suo concreto itinerario di formazione cristiana; è rivolta alla crescita della comunità cristiana nella comunione e nella testimonianza evangelica; è animata dalla tensione all’unità da costruire attraverso la valorizzazione dei doni che le provengono da diverse condizioni ed esperienze di quanti partecipano alla sua vita.
Statuto, ART.11, 2
Questa è una grande sfida per la formazione, cui è chiesto di condurre le persone alla più alta maturità: quella di vivere senza cercare nulla per sé; sentirsi parte della famiglia dell’AC e amare ciò che è di tutti; vivere nella gratuità, nella dimenticanza di sé. È un orientamento di cui si possono intuire le conseguenze sul piano degli atteggiamenti e delle scelte educative: la vigilanza nel non accaparrarsi ciò che è di tutti; l’impegno a non appartarsi ma a costruire legami di unità e di comunione; crescere facendo crescere, suscitando la vita, promuovendo…
Progetto Formativo, Introduzione
Ciò che parla di Vangelo nei luoghi ordinari è soprattutto il prendere sul serio la vita; è la propria umanità, la capacità di attenzione agli altri; è la parola che ha la pazienza dell’ascolto e del dialogo: quello della vita, che può approdare al dialogo della fede se la vita la sa interpellare, provocare, far pensare.
Progetto Formativo, Introduzione
Il carisma dell’AC è comunitario: non si vive isolatamente, ma insieme, in una testimonianza corale e organica; per noi prende la forma dell’associazione. L’esperienza associativa costituisce una scuola di grande valore; essa richiede attenzioni e cura perché non scada in un puro fatto organizzativo, ma conservi la carica umana e spirituale di incontro tra le persone, in una familiarità che tende alla comunione e in un coinvolgimento che tende alla corresponsabilità.
Progetto Formativo, Introduzione
L’uomo è una persona unica nella sua individualità, originale per la sua storia, grande per la sua vocazione; questo è quanto annuncia Gesù con la sua vita e il suo insegnamento. L’uomo, ogni singolo uomo, è prezioso agli occhi di Dio: con le sue capacità e i suoi limiti, con i suoi sforzi e le sue cadute, è un figlio amato da sempre e chiamato ad una felicità per sempre. (…) Nella Chiesa, che è il corpo di Gesù, siamo radunati nel suo Spirito d’amore per costruire comunione e fraternità e per sanare il cuore del mondo con le opere della nonviolenza, della solidarietà, del perdono.
Progetto Formativo, 2
Viviamo in una stagione di forte individualismo: ne sono segni l’indifferenza per l’altro, la competizione tra le persone e tra i gruppi, il bisogno esasperato di autoaffermazione, la conflittualità che si manifesta sia nella sfera pubblica che in quella privata, la fatica di convergere quando si debbono assumere decisioni. In questo contesto è importante attivare percorsi che diano risalto e attuazione al nostro essere tutti figli dello stesso Padre.
La comunione che siamo chiamati a testimoniare e a costruire si realizza, in primo luogo, attraverso il nostro essere persone di unità e pace in ogni ambiente (…). Essere fratelli oggi significa cercare l’unità tra le persone, tra i gruppi, tra i popoli, nel rispetto delle differenze. Un’unità che non è uniformità, ma che sa cercare ciò che avvicina; che sa promuovere ricerche condivise; che sa praticare il confronto, si allena al dialogo, rifiuta l’intolleranza e la contrapposizione, non ama la polemica.
La fraternità si esprime in una cura attenta e sensibile alle relazioni tra le persone, nel nostro ordinario ambiente di vita, nella comunità cristiana e in AC. Accoglienza e attenzione sono alcune delle forme che dicono il riconoscimento della realtà dell’altro e il suo essere dono di Dio. Essere fratelli ci chiede di costruire relazioni cordiali e partecipi tra le persone, superando la freddezza e l’indifferenza reciproca.
Vivere da fratelli significa costruire legami positivi e solidali. (…) Ciò che contraddistingue la nostra azione formativa sono l’ordinarietà e la continuità di questo stile: non è difficile oggi incontrare chi occasionalmente assume qualcuno di questi atteggiamenti; a noi laici è chiesto di esprimere in ogni ambiente e ogni giorno questo stile di vita. Siamo chiamati a vivere a vivere nella vita di ogni giorno quei caratteri straordinari dell’amore che Paolo elenca nell’inno alla carità.
Cura delle relazioni – per pregare
Se parlassi
le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come
bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. E se avessi il
dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la
conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi
la carità, non sarei nulla.
E se anche
dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma
non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. La carità è magnanima, benevola è la
carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca
di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del
male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della
verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
(ICor 13, 1-7)