“Non si vede bene che col cuore”| Antoine De Saint-Exupery
Che giovani di Azione Cattolica saremmo se osservassimo il mondo fermi seduti su una sedia?
E per quanta Azione possa esserci nelle nostre vite, quanto spesso diventa semplice farsi trasportare dal movimento senza vedere realmente dove stiamo camminando?
Talvolta accade ed è proprio per questo motivo che si avverte il bisogno di un momento come quello vissuto domenica, con una buona compagnia e una guida dagli occhi e il cuore attenti come Suor Valentina. Proprio lei, che vive a Cosenza da solo un anno e mezzo, ci ha mostrato quanta vita ci sia anche nei posti meno conosciuti e curati della città e quanto spesso ci si limiti ad osservare solo con la vista.
Dal centro della città, pochi passi su per una scalinata e subito si avverte la sensazione di trovarsi a decine di chilometri di distanza da Piazza Valdese, la piazza punto di ritrovo e di incontro, dove chiunque si è fermato almeno una volta per mangiare un gelato. Però lì, poco distante, in quei vicoletti nascosti, sembra quasi un altro mondo, in cui il vero rischio che si corre è quello di fermarsi a vedere soltanto con gli occhi, i quali mettono in risalto le macerie, il degrado, l’incuria. Ma un luogo non è solo ciò che vedi, un luogo è fatto di storie, colori, suoni e odori. Il segreto, infatti, -che è stato esattamente ciò che abbiamo sperimentato- è provare a guardare con un cuore attento, un cuore capace di accogliere ciò che quel posto racconta in ogni suo singolo scorcio. Gli occhi ci hanno permesso di vedere, il cuore di guardare: gli occhi ci hanno fatto notare l’installazione di un idrante rosso tra le case e le transennature poste qua e là, ma è il cuore che ha scatenato in noi lo sdegno immaginando il pericolo di incendio o di crollo a cui sono esposti gli abitanti della zona; gli occhi hanno visto palazzi antichi e dai loro balconi dei panni stesi, mentre il cuore ha voluto guardare alla vita che continua anche laddove crediamo sia tutto fermo, anche laddove crediamo sia impossibile andare avanti, come l’albero della “ficuzza” che nasce dentro un muro e sbuca rigoglioso da esso; e quando gli occhi hanno visto come le difficoltà stiano piegando sempre più quella realtà, il cuore è rimasto a guardare convinto che non ci si possa girare dall’altra parte e far finta di nulla. Siamo chiamati ad abitare i luoghi della nostra città anche laddove non si sente il cinguettio degli uccellini e i raggi del sole non vengono filtrati dalle foglie degli alberi, ad abitare anche quei luoghi che a primo impatto ai nostri occhi possono apparire poco attraenti, ma che regalano comunque emozioni al cuore.
Ed è per questo motivo (e altri cento) che il cammino di domenica è stato una perla preziosa. Un cammino fatto di passi, di occhi e di cuore, di riflessioni e di emozioni, di chiacchiere e di sorrisi. Un cammino che ci ha fatto meditare su quanto la bellezza delle volte non si veda con gli occhi ma soprattutto di quanto non sia facile riconoscerla subito.
Dunque, grazie Suor Valentina per quanto ci hai mostrato e trasmesso, grazie Don Antonello perché nonostante il fiato corto ci hai accompagnato nel cammino, grazie all’equipe che ha pensato e organizzato tutto questo ma soprattutto grazie a chi c’era perché la vera preziosità dell’incontro è stata nel viverlo insieme.