Inizio Anno Associativo
“Oggi è stata una giornata piena, e bella”.
Così ha concluso il Padre Arcivescovo al termine della celebrazione eucaristica a Mendicino, nella chiesa di Cristo Salvatore, in occasione della Santa Messa che segna, come da tradizione, l’avvio dell’anno associativo dell’Azione Cattolica.
Dinanzi a 140 persone – Presidenti Parrocchiali, responsabili dei gruppi adulti, giovani e ACR, consiglieri diocesani – rigidamente contingentati e nel rigoroso rispetto delle norme anti Covid, Mons. Nolè ha così congedato l’Assemblea: “Oggi è stata una giornata piena perché è Domenica, giorno dedicato al Signore, abbiamo celebrato la solennità della Madonna del Rosario, ricordiamo il transito di San Francesco di Assisi, il Papa ha pubblicato l’Enciclica “Fratelli Tutti”, l’Azione Cattolica dà avvio alle sue attività, nel ricordo del suo Santo Patrono”.
Non ha aggiunto, l’Arcivescovo che era anche il giorno del suo onomastico; a ricordarlo ci ha pensato l’Assemblea che lo ha salutato con un applauso affettuoso.
Ha così trovato conclusione il pomeriggio di studio e formazione che l’Associazione si è ritagliata in questo tempo complicato, per riflettere sui temi della ripartenza nella fedeltà ai compiti che da oltre 150 anni la pongono a servizio della Chiesa.
Un appuntamento “costretto” in termini ridotti, e che ha determinato la necessità di selezionare i partecipanti per garantire il rigoroso rispetto delle regole di sicurezza in vigore: la tradizione giornata di formazione per i responsabili associativi – chiamati allo studio degli itinerari formativi – è stata accorpata alla celebrazione eucaristica di inizio di anno, che grazie alla generosa accoglienza di Don Enzo Gabrieli si è tenuta a Mendicino e non, come da tradizione, nella Chiesa di San Francesco di Assisi, troppo piccola per accogliere tutti.
I lavori sono stati introdotti dalla Lectio Divina tenuta dall’Assistente Unitario, sul brano evangelico (Mc 10,35-45) che segna il cammino annuale, con una importante sottolineatura: analizzando i versetti 43 e 44 (Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti) Mons. Dario De Paola ha messo in evidenza il valore ontologico del servizio, da desumere dall’uso del verbo al presente; si è a cospetto, ha osservato, non di una esortazione ma di un dato che riguarda l’essenza e che funge da criterio di interpretazione delle nostre azioni – di laici e presbiteri – chiamati a rileggere e verificare così il nostro impegno.
A seguire, un momento di riflessione unitaria dedicata al tempo e ai verbi della ripresa: “Ripartire, Esplorare, Scegliere”.
Molto significativo il segno dell’ultimo verbo e la riflessione di Don Gianpiero, Assistente Acr: una bussola, e l’indicazione a fare del Vangelo il criterio di guida della nostra vita.
A molti è venuto in mente il Convegno delle Presidenze diocesane di AC del 2019, dedicato al tema della Fraternità, e quello che ci consegnò l’allora Mons. Zuppi, ora Cardinale, Arcivescovo di Bologna: “Lasciate perdere il navigatore che indica con eccessivo dettaglio la strada da fare – rischiate di perdere il bello del paesaggio – e lasciatevi guidare dal Vangelo, la bussola che suggerisce itinerari nuovi”.
È seguita la divisione in gruppi per lo studio dei percorsi formativi predisposti dal Centro nazionale per Adulti, Giovani e ACR.
Prima della celebrazione eucaristica, la sintesi della Presidente Diocesana, Katia Lappano, che ha messo in evidenza come l’Associazione nel corso del lockdown abbia messo in evidenza una “sorprendente capacità di resiliente creatività”, garantendo la prosecuzione dei percorsi formativi con metodi originali e collaborando con varie realtà nell’opera di sostegno dei più fragili.
La riflessione dell’Arcivescovo ha investito l’Associazione di un duplice compito “educare e formare cristiani maturi”, dedicando una particolare attenzione ai “giovani chiamati a condividere esperienze di comunione formativa critica e a sottrarsi al rischio dell’isolamento”; e, infine, l’accorato appello a non lasciare soli i parroci in questo momento di difficoltà derivante dalla paura del contagio.
Forse, però, il ricordo più bello che almeno i membri della Presidenza porteranno con sé in questo avvio di nuovo anno è quello che l’Arcivescovo ha consegnato loro al momento dei saluti: “Ed ora non perdiamoci, ricominciamo a vederci che ne abbiamo bisogno”.