ACR

Si può fare! Gli strumenti…

Il cammino di Azione Cattolica di quest’anno si sviluppa intorno alla categoria della sequela, secondo me la più complessa delle tre. Il Vangelo di Marco (6, 45-52) aiuta i ragazzi a capire a pieno cosa significa affidarsi e allo stesso tempo fidarsi di Cristo senza perdere la propria autenticità. È questo il significato della frase “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”. Nei momenti di difficoltà Gesù ci invita a seguirlo anzi, cosa ancora più importante, a riconoscerlo come quell’amico che è sempre accanto a noi.

Come un Inventore non conosce ancora il percorso che lo condurrà alla scoperta di qualcosa di geniale, così anche i ragazzi sono invitati ad intraprendere un percorso ricco di scoperte. Un solo punto fermo: la certezza di avere Gesù accanto. È questa sicurezza che deve spingere ciascuno a continuare ad andare avanti, a mettere un piede avanti all’altro e fidarsi degli strumenti che Dio gli ha donato. Sì, perché in questa “mosca cieca” non si è completamente abbandonati a se stessi. Abbiamo degli Assi nelle Maniche di cui possiamo e dobbiamo servirci. Ogni ragazzo, così come ogni cristiano, è chiamato ad essere un buon inventore cioè a far fruttare e poi a sfruttare le risorse ricevute in dono.

Nella prima fase del cammino annuale, contraddistinto dall’atteggiamento della disponibilità, i ragazzi come in una caccia al tesoro si mettono alla ricerca di questi doni/strumenti che ciascuno possiede. Confrontandosi coi propri amici, con i testimoni e con le scritture, si scoprono ricchi di talenti e di potenzialità nascoste. Capiscono inoltre che le piccole “capacità” che ognuno possiede non sono altro che parti di un ingranaggio più grande, di quel progetto che Dio ha per tutta l’umanità: l’amore.

Curiosità, fantasia, umiltà, accoglienza, fiducia e capacità di osservare il mondo, sono tutti strumenti che servono per realizzare quel progetto; così come le ampolle, gli alambicchi, il microscopio, ecc, sono quelli di cui si serve lo scienziato per le sue invenzioni.

Seguire Gesù, quindi, non significa mettere da parte se stessi. Al contrario. Solo imboccando la strada che ci porta fino a lui possiamo davvero far fruttare i nostri doni e metterli al servizio degli altri. Lo abbiamo ripetuto cantando a squarciagola l’Inno ACR di quest’anno: “Con il mio gruppo tutto si può fare, sei tu il Maestro che ci può guidare!”.

Enrica Marrelli