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MSAC

Social, troppo social!

La vita, quella vera, va vissuta appieno. Troppo spesso pensiamo di poter creare un’esistenza fatta di pixel, di poter vedere il mondo da un display, di poter comunicare tramite una chat. Non ci rendiamo conto che la vita è fatta di rapporti, che il mondo è fuori di casa. Che è molto meglio incontrare un amico, guardarlo negli occhi, sentire la sua voce, piuttosto che affidarci ad una macchina incapace di donarci emozioni. A volte usiamo i social network come maschere. Mostriamo solo ciò che vorremmo far vedere, perché temiamo il giudizio degli altri. Sentiamo il bisogno costante della loro approvazione. E’ per questo che è impossibile conoscere davvero qualcuno solo tramite Whatsapp o Facebook.

Nell’incontro “Social, troppo social” di giovedì 27 novembre, tenutosi nella parrocchia di Loreto, noi ragazzi del MSAC ci siamo confrontati su quanto il mondo dei “mi piace” e dei retweet influenzi il nostro comportamento. Abbiamo dimostrato a noi stessi che, per quanto ci sembrino indispensabili, possiamo fare a meno di questi strumenti. La nostra libertà sta proprio nel mostrarci per ciò che siamo, senza filtri: dobbiamo abbandonare la “logica dei social network” ed imparare ad apprezzarci, senza cercare di essere ammirati o compatiti da chi ci circonda. I “mi piace” non misurano il valore di una persona.

Il MSAC ha dimostrato, ancora una volta, di avere il coraggio di andare controcorrente. Abbiamo capito che è sbagliato sprecare tante opportunità tenendo lo sguardo basso sullo schermo del telefono: pensate a quante cose non abbiamo visto o fatto, perché non ci siamo neanche accorti che stavano accadendo attorno a noi. Abbiamo anche cercato di diffondere il messaggio agli altri, usando proprio i social.

Ho 422 amici, eppure sono solo” dice il video da cui è partita la nostra discussione. Le vere amicizie, i veri amori, non possono propagarsi nell’aria tramite onde impercettibili che volano da uno smartphone all’altro. I rapporti veri sono fatti di abbracci, battute, sorrisi, litigi, sincerità. Queste cose non si trasmettono in chat.

Dobbiamo smetterla di scrivere ciò che vogliono gli altri, senza neanche sapere se ci leggeranno: dobbiamo farci ascoltare senza temere di essere respinti. Solo così capiremo che è molto più bello fare una passeggiata che aggiornare lo stato di Facebook: allora apprezzeremo davvero la vita.